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Cos’è il Woke Kit?

Woke è un kit didattico pensato per le scuole secondarie di secondo grado, ovvero a partire dai 14 anni, ma può essere allo stesso modo utilizzato in contesti di apprendimento informale, da attivisti e/o realtà che si occupano di formazione.

Il kit è composto da un’introduzione storico-sociologica sul razzismo, corredata da un breve glossario, e cinque distinti moduli di approfondimento, e si avvale di strumenti artistici e multimediali, quali video-performance e video-interviste. Ogni modulo affronta un tema e/o offre strumenti per creare una discussione di gruppo interattiva e partecipata su discriminazioni, razzismo anti-nero, migrazioni e razzismo strutturale. I moduli sono indipendenti e possono essere fruiti sia singolarmente che come percorso.

Scopri e scarica ciascuna unità

 IntroduzioneUnità 1 – Amo i miei capelliUnità 2 – Scrivere con i piediUnità 3 – Black Arts Black PartsUnità 4 – Decolonizzare la cittàUnità 5 – Negotiating AmnesiaGlossario

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Introduzione- Il razzismo è un sistema di potere  

Il razzismo è un sistema di potere che definisce il dominio di un gruppo sull’altro in base alla supposta appartenenza a una “razza”. Sebbene infatti le “razze” non esistano biologicamente – e quindi non abbiano una corrispondenza nella realtà materiale e per la scienza – esse divengono reali come effetto del razzismo: le razze non esistono in natura, solo nella società, e sono create proprio dal razzismo.

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Unità 1 Amo i miei capelli

Il primo modulo, Amo i miei capelli! trae ispirazione dal libro per l’infanzia I love my hair, scritto da Natasha Tarpley ed illustrato da E. B. Lewis nel 1998 (in italiano: Gribaudo 2020). La storia racconta della piccola Keyana e della scoperta della bellezza dei suoi capelli afro. Il libro invita le più piccole e i più piccoli a riconoscere la propria bellezza, incoraggiandoli ad esplorare il proprio potenziale e ad avere stima di sé stessi.

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Unità 2 Scrivere con i piedi

Scrivere con i piedi è una video-performance scritta, diretta e interpretata da Wissal Houbabi. Durante la performance, la ballerina Ofelia Bagun danza al suono della voce di Houbabi, che recita in dārija, la lingua marocchina. Fare qualcosa “con i piedi” significa farlo in maniera sbagliata, grossolana. Per Houbabi, utilizzare questa espressione diviene un modo per parlare di cultura orale, lingua, radici e migrazioni. Anche le migrazioni infatti sono una storia “scritta con i piedi” che attraversa i confini nazionali e culturali. Vuole stimolare una riflessione sull’impegno sociale e politico nella produzione artistica, e in particolare nell’impegno antirazzista. Per questa ragione è particolarmente indicato come laboratorio di approfondimento rispetto al ruolo, storicamente e nella contemporaneità, dellə artistə e dell’arte nei processi di trasformazione sociale. La video-performance è accompagnata da una scheda introduttiva per analizzare e interpretare l’opera in classe.

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Unità 3  Black arts black parts

L’Unità Black arts black parts utilizza estratti di un omonima tavola rotonda, tenutasi tra lə artistə afrodiscendenti: Binta Diaw, Alesa Herero e Theophilus Marboah, e moderata da Adama Sanneh, in cui vengono raccontate le sfide che hanno dovuto affrontare, il modo in cui intendono l’arte, cosa vogliono creare attraverso di essa, e come nasce la loro ispirazione. L’unità è corredata di una scheda con proposte di riflessione ed esercizi da svolgere individualmente e/o in gruppo. In questa unità: Come utilizzare questa Unità Strumenti necessari: cellulare/computer/tablet con connessione per predisporre le ricerche. Il laboratorio può essere condotto online nella stessa modalità.

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Unità 4 Decolonizzare la città

L’Unità 4 è composta dal video partecipativo Decolonizzare la città, realizzato da Annalisa Frisina (Università degli studi di Padova) ed Elisabetta Campagni (Università degli Studi di Venezia). Il video, girato nella città di Padova, vede come protagoniste persone afrodiscendenti alle prese con il retaggio coloniale presente nelle città. A partire dai nomi delle vie e dai monumenti, in Decolonizzare la città la storia rimossa del colonialismo italiano viene messa in discussione e fatta dialogare con il razzismo contemporaneo, attraverso una pratica conosciuta come “guerriglia toponomastica”.

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Unità 5 Negotiating Amnesia

Nell’Unità 5 troviamo un nuovo documento visuale corredato di eserciziario. Negotiating Amnesia (29’59”, Alessandra Ferrini, 2015) è un film saggio che propone una meditazione su un capitolo semi-dimenticato della storia italiana del XX secolo: il suo passato coloniale e, in particolare, la guerra d’Etiopia del 1935-1936.

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Radici

Crescita

Cura e Lotte

Corpo, Privilegio e Modelli

Intervista all'autrice Natasha Tarpley