Forse ti sarà capitato di leggere o vedere delle immagini con la scritta “Representation matters”, ovvero “le rappresentazioni contano”. Che cosa significa questo?

Essere rappresentati è importante perché può plasmare il modo in cui la società percepisce le persone e le persone percepiscono sé stesse e le loro possibilità.  Per questo è importante vedere tanti personaggi delle serie tv, film, libri, che non aderiscono alla narrazione dominante, alla norma della bianchezza, ma anche dell’eterosessualità, del corpo abile, magro, etc. Abbiamo tantissimi esempi di persone bianche diverse: simpatiche, antipatiche, cattive, buone, eccetera. Per molto tempo, i ruoli dedicati alle persone non-bianche e degli altri gruppi oppressi sono invece stati assenti o molto limitati. 

È anche importante che le persone rappresentate non vengano stereotipate. Per stereotipare si intende far parlare i personaggi con un certo accento, farli agire in un certo modo e far rivestire loro solo determinati ruoli (ad esempio, come side characters, amici del protagonista, o come comparse). 

Se le persone non bianche vengono rappresentate sempre allo stesso modo, la percezione che le persone – sia bianche che non bianche – avranno, rispetterà gli esempi visti in televisione o nei libri. 

Uno studio del 1995 dello psicologo sociale Claude Steele suggerisce che uno stereotype boost (rinforzo positivo degli stereotipi) avviene quando un gruppo si comporta meglio di quanto farebbe altrimenti, grazie all’esposizione a esempi e stereotipi positivi. Al contrario, la stereotype threat (minaccia dello stereotipo) avviene quando il timore di conformarsi a stereotipi negativi provoca uno stress tale da portare a prestazioni molto scarse. In poche parole, il comportamento delle persone può derivare da ciò che ci si aspetta da loro, e non solo come singoli, ma come collettività, come rappresentanti di un gruppo.

La rappresentazione non è importante solo nei media, ma anche in tanti altri ambienti. Ad esempio è fondamentale in ambito educativo, lavorativo, istituzionale e così via. 

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Articolo pubblicato in Articoli, il 16 giugno 2020