Diversi aspetti influiscono sull’idea che ci facciamo delle persone che incontriamo. Perché succede?

Ad alcuni aspetti dell’identità di una persona sono stati assegnati dei significati. Questo ad esempio può voler dire reagire in modo diverso a seconda delle persone con cui ci rapportiamo.

Camminando su un marciapiede, avremo pensieri e faremo azioni diverse a seconda di chi siamo e di chi incontriamo. Alcune cose di noi stessi in alcuni casi si possono camuffare (ad esempio, alcune disabilità, la classe sociale, eccetera…), altre cose, invece, sono molto evidenti (il genere, il colore della pelle, i tratti somatici, eccetera.). Questo significa che le persone che ci incontrano, quando ci incontrano, collegano il nostro aspetto con dei significati, e anche noi facciamo la stessa cosa.

Per il nostro cervello è più comodo e facile associare una situazione o un aspetto a una reazione conseguente. Possiamo fare queste associazioni attraverso l’esperienza diretta (ad esempio, se da piccoli ci siamo scottati con un fiammifero, abbiamo imparato che il fuoco o il calore eccessivo non ci fa bene e va evitato) o attraverso l’esperienza indiretta, che ci viene insegnata dalle persone che ci sono vicine e ci educano o comunque hanno un ruolo importante nella nostra formazione.

I pregiudizi possono funzionare sia in positivo che in negativo. Questo comporta che chi presenta delle caratteristiche riconosciute come positive, sia investito di un privilegio e sia per questo privilegiato.

Per approfondire leggi l’intervista su “privilegio bianco oggi in Italia”, rilasciata dalla nostra expert, Prof.ssa Angelica Pesarini, per africarivista.net:

www.africarivista.it/intervista-angelica-pesarini-sul-privilegio-bianco/162109/

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Articolo pubblicato in Articoli, il 16 maggio 2020