Il 9 maggio siamo stati invitati alla presentazione a Macao (Milano) del film “Che fare quando il mondo è in fiamme?” di Roberto Minervini: un film documentario straordinario che ci porta dentro la violenza del razzismo negli USA, e ci aiuta a riflettere sul sistema razzista della società italiana.

Dopo la presentazione abbiamo intervistato l’attrice protagonista Judy Hill. Ecco la video intervista, sottotitolata in inglese e in italiano, vi consigliamo di guardarla a schermo intero perché i sottotitoli sono molto piccoli 🙂

 

Baton Rouge, luglio 2017: Dopo che le elezioni presidenziali hanno assegnato la vittoria a Donald Trump, negli Stati Uniti aumentano a dismisura gli attacchi da parte della polizia agli afroamericani. Le sparatorie sono all’ordine del giorno, così come le manifestazioni da parte della comunità afroamericana.

Questa pellicola è importante a livello cinematografico (è stata premiata al London Film Festival come Miglior Documentario, al 33esimo Festival internacional de Cine de Mar del Plata ha vinto il Premio alla Miglior regia, Miglior attrice, Miglior montaggio, oltre ad essere stata presentata in concorso al Festival del Cinema di Venezia), ma riveste un ruolo fondamentale anche per chi di cinema non è esperto, in quanto aiuta a smentire lo stereotipo che vede la Louisiana come una terra di musicisti e cuochi spensierati.

 

Il regista racconta: “Ho documentato aree dell’America di oggi dove i semi della rabbia reazionaria e anti-istituzionale (cui il paese deve la presidenza di Donald Trump) erano già stati piantati, anche se in pochi si erano presi la briga di accorgersene. Questa volta ho voluto scavare ancora più a fondo, alle radici della disuguaglianza sociale nell’America di oggi, concentrandomi sulla condizione degli afroamericani. Lavorando con diverse comunità africane americane della Louisiana meridionale, siamo riusciti ad avere accesso a quartieri e comunità di New Orleans off-limits per i più. Mi sono presto reso conto che la maggior parte delle persone era stata segnata da due pagine drammatiche della storia recente – le conseguenze dell’uragano Katrina del 2005 e l’uccisione di Alton Sterling per mano della polizia nel 2016 –, riconducibili entrambe alla negligenza istituzionale, alle disparità sociali ed economiche, al forte razzismo endemico. Mossa dalla collera e dalla paura, la gente cercava un’occasione per raccontare a voce alta le proprie storie. La mia speranza è che il film susciti un dibattito necessario sulle attuali condizioni dei neri americani che, oggi più che mai, assistono all’intensificarsi di politiche discriminatorie e crimini motivati dall’odio.”

 

 

Qui il trailer del film:



Articolo pubblicato in Articoli, il 30 maggio 2019