Il 20 maggio si terrà a Milano INSIEME SENZA MURI la manifestazione per l’accoglienza e la solidarietà in favore dei rifugiati ispirata all’esempio di Barcellona di pochi mesi fa. Ma nel frattempo: chi ci ha capito qualcosa?

Per fare in modo che questa mobilitazione e la sua preparazione  diventino occasione di partecipazione e confronto, nelle prossime settimane, proviamo ad aggiornarci sul dibattito in corso in Europa, e in particolare in Italia, sulle questioni fondamentali e sugli ultimi provvediamenti adottati o in discussione in tema rifugiati, richiedenti asilo e sistemi d’accoglienza. 

Una partecipazione efficace necessita di informazione e consapevolezza.

Il regolamento di Dublino

photo credit: Miguel Vallebona

È un regolamento dell’Unione Europea, che stabilisce i criteri e i meccanismi di determinazione dello Stato membro competente per l’esame di una domanda di protezione internazionale presentata in uno degli Stati membri da un cittadino di un paese terzo o da un apolide. Il principio su cui si basa è: il primo Stato membro in cui vengono memorizzate le impronte digitali o viene registrata una richiesta di asilo è responsabile della richiesta d’asilo di un rifugiato.

Il regolamento attualmente in vigore è il  Dublino III. I richiedenti asilo hanno diritto a rimanere nel paese di arrivo anche se non hanno regolari documenti d’ingresso e a essere assistiti. Il regolamento impedisce di presentare una domanda di asilo in più di uno stato membro e, anche grazie il sistema Eurodac, un archivio comune delle impronte digitali dei richiedenti asilo, è possibile controllare se sono state presentate più domande.

Per molti il sistema attuale non riesce a fornire una protezione equa ed efficiente ai richiedenti asilo, costretti ad aspettare anni prima che le loro richieste siano esaminate. Il sistema non tiene conto del ricongiungimento familiare e comporta una pressione maggiore sugli stati membri alla frontiera, inondati ogni anni da domande d’asilo e ha fatto sì che molti richiedenti asilo. Inoltre molti richiedenti, per non farsi identificare, si sono dati alla fuga o sono arrivati a prodursi lesioni per rendere irriconoscibili le proprie impronte digitali.

Dublino IV

Per affrontare le debolezze del sistema di Dublino, il 4 maggio 2016 la Commissione ha presentato  una proposta di riforma del sistema.

Gli obiettivi enunciati dalla Commissione sono:

  1. migliorarne la capacità di determinare un singolo Stato membro responsabile all’esame delle richieste asilo, per ridurre che che passi da uno stato all’altro;
  2. nuovo meccanismo per la ridistribuzione dei richiedenti asilo
  3. scoraggiare attraverso delle sanzioni i movimenti secondari dei richiedenti asilo che provano a raggiungere un paese diverso da quello in cui sono tenuti a presentare la loro domanda

Le novità principali introdotte per raggiungere questi obbiettivi sono:

  • nuovo meccanismo correttivo di ridistribuzione dei richiedenti asilo (spartiti in quote calcolate sulla base della popolazione e del pil dei vari stati membri), che scatterebbe solo quando la capacità di accoglienza di uno stato abbia superato il limite massimo stabilito;
  • introduzione di un esame preliminare, condotto dal primo Stato membro in cui è presentata la domanda di asilo, per controllare l’ammissibilità della domanda e la sussistenza di una delle condizioni per adottare la procedura accelerata per l’esame della domanda (richiedente proviene dalla lista UE dei paesi di origine sicura);
  • la limitazione dei motivi e dei tempi per i richiedenti asilo a presentare ricorso;
  • la possibilità per gli stati dell’Unione di non partecipare al sistema correttivo di ridistribuzione versando 250mila euro per ogni richiedente asilo che rifiutano di accogliere;
  • estensione della definizione di parente anche ai fratelli e alle sorelle dei richiedenti asilo (considerato uno dei pochi punti positivi);
  • introduzioni di una serie di obblighi per i richiedenti asilo, tra cui quella di fare domanda nello Stato di primo ingresso irregolare o di soggiorno regolare.

Reazione e critiche

La proposta della Commissione ha scatenato numerose critiche da parte di giuristi e organizzazioni di difesa dei diritti di migranti e rifugiati:

  • non affronta il motivo principale del fallimento della normativa vigente: la determinazione dello Stato membro competente a esaminare una domanda di asilo resta immutata;
  • la fase preliminare, comporterebbe un allungamento dei tempi e l’appesantimento in termini di carico di lavoro;
  • il meccanismo correttivo di allocazione non tiene conto: delle opinioni personali del richiedente asilo, delle sue competenze linguistiche e dei legami culturali o sociali, ma solo dei legami familiari;
  • in caso di violazione dei nuovi obblighi sono state introdotte delle misure contro i richiedenti asilo che possono essere considerate punitive.  Per esempio: per chi non presenta la domanda nello Stato di primo ingresso irregolare è prevista l’esame della domanda d’asilo con procedura accelerata; e per chi si sposta all’interno dell’Unione senza autorizzazione è previsto la perdita del diritto all’assistenza nei centri di accoglienza. Queste misure si applicherebbero anche ai minori con il rischio di avere decine di minori stranieri per strada perché hanno perso il diritto a stare nei centri.

A che punto siamo?

La proposta di riforma è ora all’esame del parlamento europeo. Cecilia Wikström (gruppo liberal-democratico ALDE) è stata nominata relatrice per la riforma e ha presentato un progetto di relazione migliorativo. Nella sua relazione  ha proposto più di un centinaio di emendamenti, eliminando o migliorando alcuni dei punti più discutibili del testo della Commissione. Tra le modifiche fatte, Wikström ha eliminato la possibilità di versare una somma per ogni richiedente asilo non accolto, dichiarando: “è inaccettabile assegnare un prezzo a degli esseri umani in cerca di protezione internazionale”.

La revisione finale è ora all’esame della Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni, che ha tempo fino al 23 marzo per proporre a sua volta delle modifiche.

 

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Articolo pubblicato in Articoli, il 07 aprile 2017