Oggi è la Giornata Internazionale del Rifugiato.
Oggi questa Giornata è più sentita che mai per l’arrivo in Italia di tanti rifugiati provenienti da Siria, Eritrea, Somalia ed Etiopia in transito verso altri Paesi europei alla ricerca di un futuro.

Persone in fuga dalle guerre e delle persecuzioni che portano la propria vita qui, per averla una vita.

Le storie di rifugiati appartengono alla nostra cultura: un eroe è costretto a fuggire dalla propria casa e attraversare un mondo straniero, affrontare le difficoltà del viaggio, relazionarsi con le differenze, in cerca di salvezza.
Incontra degli stranieri che con lui sono gentili o no.

Dopo aver letto questo articolo di Jon Walter sul The Guardian abbiamo cercato, con l’aiuto dellaCasa Editrice Feltrinelli e di Open Society Foundations, gli “eroi rifugiati” più vicini a noi.

Ne elenchiamo 10 e chiediamo anche a voi di segnalarcene altri, che conoscete.

Cambiamo lo sguardo sulle cose per vedere che attorno a noi ci sono i veri eroi nel nostro tempo.

1) Nel blu tra il cielo e il mare, Susan Abulhawa, Giangiacomo Feltrinelli Editore, Milano, 2015

Il romanzo si apre con la voce narrante di Khaled, bambino di dieci anni la cui morte è vicina. Prima di entrare definitivamente nel blu, lo spazio-tempo degli spiriti, racconta la sua storia e quella delle donne della sua famiglia. Una storia che ha inizio settant’anni prima, a Beit Daras, sulla via che dalla Palestina conduce verso Il Cairo. Lì vivono Umm Mamduh con le figlie Nazmiyeh e Mariam e il figlio Mamduh. Umm Mamduh è tristemente nota per non avere un marito e temuta perché comunica con il mondo degli spiriti. Poi il disastro: nel 1948, l’anno della Nakba, la famiglia è costretta dai bombardamenti israeliani a lasciare il paesino, Mariam viene uccisa, Nazmiyeh stuprata e Mamduh ferito gravemente a una gamba. Umm Mamduh scatena il ginn Sulayman contro gli invasori, uccidendone molti prima di soccombere a sua volta. Per i sopravvissuti comincia la dura vita da profughi: Mamduh si trasferisce con la moglie negli Stati Uniti in cerca di fortuna. Ha un figlio che morirà giovane, dopo aver rinnegato le sue origini arabe, e che gli lascerà un’amatissima nipotina, Nur. Nazmiyeh scopre di essere incinta e sa che il figlio è frutto dello stupro: con il sostegno del marito decide di tenerlo. Nascerà Mazen, che diventerà un leader della lotta palestinese, incarcerato e torturato per oltre vent’anni. Arriveranno altri dodici figli, tra cui l’unica femmina, Alwan, la sola della famiglia ad aver ereditato il potere di interagire con il mondo degli spiriti.

Susan Abulhawa ci incanta con una saga familiare che emoziona e rapisce, dove il realismo magico – qui dal gusto arabo, a base di malocchio, antenati e ginn – si fonde magistralmente con la dolorosa violenza della Storia.

2) Erano solo ragazzi, Dave Eggers, Mondadori, 2008

In questo sconvolgente romanzo, Eggers racconta la storia della guerra civile in Sudan attraverso gli occhi di Valentino Achak Deng, un giovanissimo profugo che ora vive negli Stati Uniti. Seguiamo così la sua storia mentre, ancora bambino, si trova costretto a fuggire dal suo villaggio, dopo l’ennesima strage, e si incammina insieme a migliaia di altri orfani alla volta dell’Etiopia, dove per un po’ sarà al sicuro. Le traversie di Valentino, che sono davvero di sapore biblico, lo portano in contatto con soldati governativi, miliziani allo stato brado, ribelli, mine antiuomo, iene, leoni, malattie, fame, sete e privazioni di ogni sorta – ma anche con una serie di storie tanto struggenti quanto inattese. Alla fine Valentino arriverà in salvo in Kenia e da lì giungerà negli Usa, luogo da cui racconta la sua vicenda. In queste pagine scritte con grandissima partecipazione umana e con sorprendente humour, vengono messi in luce la natura atrocemente stupida e genocida dei conflitti in Sudan, l’esperienza sofferta e precaria dei profughi, i sogni infranti del popolo Dinka e la terribile sfida che una persona deve affrontare quando tutto il mondo intorno a lui va letteralmente in pezzi. La limpida prosa di Eggers da a Valentino una voce unica, affascinante e sobria capace di rendere il suo racconto ora straziante, ora divertente, ora inquietante, ora poetico. Il risultato è una narrazione terribile della tragedia sudanese, ma anche un’emblematica saga della modernità.

3) L’amore e gli stracci del tempo Anilda Ibrahimi, Einaudi, 2011

Una storia vibrante e sincera, di amicizie che durano una vita, di perdite e di speranza, di figli della guerra e dei loro tanti genitori. Un uomo e una donna divisi dalla guerra. Lui è serbo e lei kosovara, e la guerra è proprio quella del Kosovo, nei Balcani squarciati dai nazionalismi. Lui la cerca per anni tra i profughi dispersi per l’Europa, perché gliel’ha promesso. Lei lo aspetta, seduta in un angolo di mondo, perché aspettarlo è l’unica cosa che sa fare. Ma a volte la sorte trasforma le persone in «lettere mandate al momento sbagliato». Un romanzo che tocca corde profonde, temi viscerali, con coraggio e delicatezza. Che non teme di fare i conti con un passato che «quando ti trova, ti guarda con i tuoi stessi occhi».

4) I fantasmi di Portopalo -Natale 1996: la morte di 300 clandestini e il silenzio dell’Italia, Giovanni Maria Bellu, Mondadori, 2006

La notte di Natale del 1996 nel canale di Sicilia è avvenuto il più grande naufragio della storia del Mediterraneo dalla fine della seconda guerra mondiale. Nel tentativo di sbarcare nel nostro paese, circa trecento clandestini di origine pakistana, indiana e tamil, muoiono per l’affondamento di una “carretta del mare” del tutto inadeguata a sopportare un tale carico. Il fatto passa quasi completamente sotto silenzio. Ma nei mesi seguenti i pescatori di Portopalo di Capo Passero, che battevano quel tratto di mare, trovarono ogni giorno nelle proprie reti, insieme al pescato, corpi umani. L’avvio di qualsiasi indagine avrebbe significato la chiusura dello spazio di pesca per un tempo indeterminato. Che fare allora di quei cadaveri? Tutti presero la stessa decisione. I fantasmi di Portopalo è la ricostruzione di un’incredibile vicenda, la storia, raccontata in prima persona, di come Giovanni Maria Bellu sia riuscito a dimostrare che quel naufragio è davvero avvenuto e di come un intero paese abbia custodito per anni un atroce segreto.

5) Un nemico per amico Roope Lipasti, Giangiacomo Feltrinelli Editore Milano, 2015

Questa è la storia di Manavilia, una vivace bambina di undici anni che vive su un’isola con la sua famiglia e sogna terre lontane. Quando approdano le navi dei vecchi amici mercanti, Manavilia incontra Pekko, suo coetaneo, unico superstite all’attacco dei Vichinghi al suo villaggio, e i due ragazzini diventano inseparabili. Un brutto giorno, il crudele Olaf e i suoi appaiono all’orizzonte. La comunità isolana si prepara alla difesa e, grazie alle fortificazioni, riesce a fermare i nemici. Pekko e Manavilia, affacciandosi dal loro rifugio, vedono un guerriero che è riuscito a scalare la roccia e lo colpiscono. In quel momento si rendono conto che è un ragazzo come loro e, in preda al rimorso, lo recuperano e decidono di nasconderlo. Ma quando Manavilia comincia a manifestare simpatia per il nuovo arrivato, Pekko si domanda: perché dovrebbe proteggerlo? In fondo è il nemico, il nemico di sempre.

Una storia avvincente che sotto la trama avventurosa nasconde un manifesto contro la guerra, denuncia il pregiudizio contro il diverso e ribadisce l’importanza degli affetti.

6) Immagina di essere in guerra Jan Teller, Giangiacomo Feltrinelli Editore, Milano, 2014

Immagina che ci sia la guerra, non in un posto lontano, come l’Iraq o l’Afghanistan, ma qui, in Italia, in mezzo a noi. Gli stati democratici sono collassati e sono stati sostituiti da varie dittature. La Francia, la Germania, l’Italia e la Grecia sono in guerra tra loro da anni. Tutte le città sono state distrutte, l’economia è allo sfascio e nessun luogo è sicuro. Paura, freddo e fame attanagliano l’Europa. Chi ne ha la possibilità fugge in Medio Oriente, come il quattordicenne protagonista di questa storia. Lui e la sua famiglia si rifugiano in un campo profughi in Egitto, dove però non ci sono abbastanza risorse, la vita quotidiana è estenuante e viene preso di mira dai coetanei provenienti da altri paesi. Dato che la sua famiglia non ha un permesso di soggiorno, lui non può andare a scuola, imparare l’arabo o trovare un lavoro. Si sente come un cittadino di terza classe, sperimenta l’isolamento e il razzismo, e desidera tornare indietro, a casa. Ma dov’è “casa”?

Età di lettura: da 12 anni.

7) L’isola lontana Annika Thor, Giangiacomo Feltrinelli Editore, Milano, 1996

Estate del 1939. Due sorelline ebree austriache sono inviate dai genitori in Svezia, dove abiteranno presso due famiglie diverse su un’isola al largo di Göteborg. Steffi e Nelli pensano di rimanere lontane dai genitori per pochi mesi, ma poi scoppia la guerra, e quasi senza che se ne rendano conto passano gli anni. Alla fine del conflitto Steffi avrà ormai diciotto anni e avrà compiuto tutte le tappe della crescita – la scoperta dell’amore, del tradimento, della rabbia e del dolore dell’adolescenza – fino a diventare donna. Un romanzo ispirato alla storia vera di un folto gruppo di bambini ebrei sfuggiti alle persecuzioni naziste e ospitati in Svezia per un lungo periodo. Le difficoltà del loro inserimento, il rapporto con le nuove famiglie, la relazione con i compagni e la nostalgia per i genitori sono i temi portanti di un’opera di straordinaria sensibilità e forza. La narrazione dal punto di vista delle protagoniste, che vivono le avventure della crescita in una terra lontana, ci mostra da vicino la bontà e la cattiveria di un’umanità varia e straordinariamente vera.
Età di lettura: da 10 anni.

 

8) Nel mare ci sono i coccodrilli – Storia vera di Enaiatollah Akbari Fabio Geda, Dalai Editore Milano 2010 

Prendete un bambino che non sa quando è nato. Immaginate che abbia un sorriso gentile e malinconico e una nutrita dose di ironia, e che intorno ai dieci anni cominci un viaggio verso qualcosa che non conosce, alla ricerca di un posto qualunque in cui crescere. Mettiamo che questo bambino sia nato nella provincia di Ghazni, nel Sud-est dell’Afghanistan, che appartenga all’etnia hazara, quella dai tratti mongolici, perseguitata da pashtun e talebani, e che il suo viaggio lo porti ad attraversare, oltre alla propria nazione, il Pakistan, l’Iran, la Turchia e la Grecia, per trovare, dopo cinque anni spesi in strada tra lavori improbabili, speranze impreviste e momenti drammatici, una casa e una famiglia in Italia. Se questo giovane afghano, che oggi ha vent’anni, avesse voglia di raccontare la propria storia a qualcuno che accetti di scriverla, che sappia farsi permeare dalle sue parole, masticando ricordi nel tentativo di restituirli al lettore con la stessa forza narrativa di un romanzo, rispettandone lo sguardo e le verità, e se incontrasse Fabio Geda, ecco che, allora, il risultato sarebbe questo libro. Un tentativo entusiasta e dialogico di ricucire i pezzi di una vicenda personale, quella di Enaiatollah Akbari, strappati via dagli eventi drammatici della nostra storia recente, tra Medio Oriente e Occidente. Brandelli di voci, di visi, di avvenimenti sparsi nelle stanze della memoria dall’incedere della vita. In un viaggio, cartina alla mano, che Enaiatollah Akbari ripercorre anche quando dimenticare sarebbe più semplice, e che racconta, ri-racconta, soprattutto a se stesso, ma con la speranza che tutti lo ascoltino.

9) Non dirmi che hai paura Giuseppe Catozzella, Giangiacomo Feltrinelli Editore, Milano, 2014 

Samia è una ragazzina di Mogadishu. Ha la corsa nel sangue. Divide i suoi sogni con Ali, che è amico del cuore, confidente, e primo allenatore appassionato. Mentre intorno la Somalia è sempre più preda dell’irrigidimento politico e religioso, mentre le armi parlano sempre più forte la lingua della sopraffazione, Samia guarda lontano, e avverte nelle sue gambe magre e velocissime un destino di riscatto per il paese martoriato e per le donne somale. Gli allenamenti notturni nello stadio deserto e le prime affermazioni la candidano alle Olimpiadi di Pechino dove non vince ma si fa notare. Il suo vero appuntamento sarà quello di Londra. Ma tutto diventa difficile. Corre chiusa dentro il burka, il padre viene ammazzato al mercato di Bankara, la sorella decide di fuggire in Europa, Ali entra nel gruppo dei terroristi. È tempo di andarsene. Allenarsi ad Addis Abeba e farsi candidare per Londra. Purtroppo il comitato olimpico di Mogadishu non fa arrivare i documenti necessari e Samia si riscopre clandestina. Sola, decide per il viaggio, il terribile viaggio dei migranti dall’Etiopia al Sudan, e attraverso il Sahara verso la Libia per poi arrivare via mare in Italia. Sono mesi di umiliazioni, di vessazioni, di pura devastante corporeità. Quando sale sulla barca per Lampedusa, Samia è il sogno di se stessa, e l’acqua azzurra della libertà” la inghiotte per sempre. 

10) America Franz Kafka, Garzanti Editore, 2007

Dietro la vicenda di Karl Rossmann – un sedicenne mandato dai genitori in America perché dimentichi la donna di bassa estrazione sociale che ha messo incinta – il romanzo nasconde i temi centrali della problematica kafkiana: la metamorfosi come distacco, la colpa senza colpa, l’esperienza frustrante dei rapporti interpersonali assoggettati all’arbitrio e alla prevaricazione dei potenti e sempre sfuggenti nelle loro ambigue motivazioni. Ma è l’assenza di angoscia e di solitudine che colpisce: il romanzo è come una parentesi tra le “allucinazioni” delle altre opere di Kafka, e lascia intravedere una sorta di utopia in cui ognuno potrà finalmente, attraverso un lavoro divenuto gioco, realizzare se stesso.